La disidratazione o deacquificazione è un trattamento a cui vengono sottoposti i fanghi provenienti dalla linea fanghi di un impianto di depurazione o di potabilizzazione, al fine di:
- ridurre il tenore di acqua
- rendere più economiche e più facili le successive operazioni di smaltimento.
Può essere realizzata sia su un fango ancora grezzo che su uno stabilizzato. Dopo il trattamento il fango si presenta come un materiale di consistenza semisolida.
Nel caso in cui è previsto l´incenerimento del fango, un trattamento di disidratazione ha lo scopo anche di aumentare il potere calorifico del fango stesso.
I metodi di disidratazione si possono classificare in:
- naturale: su letti di essiccamento
- artificiali: la filtrazione;
- centrifugazione;
- termici.
I più utilizzati sono la centrifugazione e la filtropressatura mentre in declino, per gli alti costi di gestione, è la filtrazione sotto vuoto.
Letti di essiccamento
Sono costituiti da vasche a sezione rettangolare, poco profonde, riempite di materiale drenante, sul quale viene cosparso il fango superficialmente. L´acqua viene allontanata per percolazione e per evaporazione naturale.
Filtrazione: quella che permette di ottenere fanghi a più elevato contenuto di solidi. L´operazione consiste nel far passare il fango attraverso un mezzo filtrante il quale trattiene la parte solida e fa passare quella liquida.
- Filtri sotto vuoto : Per questa operazione si utilizza un particolare filtro caratterizzato da un tamburo ad asse orizzontale rivestito da materiale filtrante (es. tela) parzialmente immerso nel fango da disidratare. Nel tamburo, che viene fatto ruotare lentamente intorno al suo asse, viene mantenuto il vuoto mediante una pompa; il fango viene risucchiato, aderisce alla tela e perde parte della sua acqua. Successivamente lo strato di fango formatosi viene staccato dal filtro con un getto di aria compressa e portato via dal tamburo da un raschiafanghi.
- Filtri sotto pressione: posso essere sfruttate due tecniche diverse
1. Filtropressa: consiste in una serie di piastre porose ricoperte di tessuto drenante. Il fango viene immesso tra piastre e sottoposto a pressione. L´acqua attraversa il tessuto mentre i solidi sono trattenuti dalle piastre. Successivamente le piastre vengono aperte e il pannello formatosi viene scaricato. Per migliorare il rendimento del trattamento è necessario effettuare preventivamente un condizionamento dei fanghi. Vantaggi :esso permette di ottenere fanghi molto secchi. (Per maggiori info vedi la sezione in alto a sinistra alla voce -"FILTROPRESSA"-.
2.Nastropressa: tecnica adatta per impianti medio-piccoli di trattamento fanghi. Il fango viene immesso all´interno dei due filtri a nastro continuo. L´acqua viene espulsa attraverso il mezzo filtrante mediante l´applicazione da parte dei rulli di un´idonea pressione.
Per migliorare il rendimento del trattamento è necessario effettuare preventivamente un condizionamento dei fanghi.
Centrifugazione
Il fango viene immesso nella centrifuga attraverso un tubo fisso che corre al centro di un tamburo cilindrico (con un´estremità troncoconica) in rotazione ad una velocità di circa 5.000 giri/min (si ottiene una forza centrifuga pari 3.500 volte quella di gravità)
In brevissimo tempo, per effetto della forza centrifuga, i solidi si addensano contro la parete interna del tamburo i quali vengono continuamente trascinati da una coclea verso l'estremità del tamburo dove è situato lo scarico. Particolarmente importante nella centrifugazione risulta il condizionamento dei fanghi. La scelta del tipo di condizionamento e del tipo di centrifuga da utilizzare dipende dalla natura del fango e dal grado di disidratazione che si può ottenere.
Trattamenti termici
- Essiccamento: i fanghi sono portati ad una certa temperatura fino ad un massimo di 180 °C durante il quale si liberano dell´acqua interstiziale e capillare. Negli essiccatori il calore viene trasmesso al fango mediante contatto con un fluido caldo (vapore o olio diatermico).
Con l´essiccamento il fango è trasformato in un prodotto completamente secco .
Pertanto se il fango di partenza è di origine urbana o, in ogni caso, con elevato contenuto di sostanze organiche, i residui del processo di essiccamento possono essere riutilizzati in agricoltura.
- Incenerimento. I processi di incenerimento, pur essendo dei trattamenti di disidratazione spinta dei fanghi, rappresentano uno dei metodi utilizzati per lo smaltimento dei fanghi.
Infatti questo processo fornisce materiali inerti. I processi di incenerimento comprendono essenzialmente uno stadio di essiccazione ed uno stadio di combustione e si sviluppano attraverso le seguenti fasi:
- riscaldamento del fango a 100 °C;
- evaporazione dell´acqua contenuta nel fango;
- riscaldamento del vapor acqueo e dell´aria;
- combustione delle sostanze organiche.
Vantaggi: produzione di una completa ossidazione delle sostanze organiche con produzione di un residuo fisso e la massima riduzione del volume (residuo inerte 10-20% del valore iniziale) e del peso dei residui da smaltire.
Svantaggi: I problemi principali sono legati ai costi dovuti principalmente al combustibile ausiliario e all´emissione di gas (necessitano di camere di post combustione per ridurre le emissioni in atmosfera).